Il Beato Bonaventura nacque a Potenza il 4 gennaio 1651, da Lelio Lavanga e Caterina Pica, genitori di esemplari virtù cristiane. A 15 anni entrò nell'Ordine dei Frati Minori Conventuali. Nella Professione Religiosa cambiò il nome di Carlo Antonio Gerardo in quello di Fra Bonaventura. Studiò con impegno nei conventi di Nocera Inferiore, Aversa e Maddaloni, ma progredì soprattutto nella santità della vita e nell'esercizio delle virtù. Nel convento di Lapio, e più ancora in quello di Amalfi, sotto la direzione spirituale del Ven. P. Domenico Girardelli da Muro, avanzò tanto nella perfezione religiosa da meravigliare il suo stesso Maestro. Ordinato Sacerdote in Amalfi, fu poi nei conventi di Napoli, Maranola, Giugliano, Monte/la, Sorrento, Capri, Ischia, S. Anastasia, Nocera dei Pagani e Rave/lo. Nel suo instancabile apostolato predilesse ovunque i peccatori, gli ammalati, i poveri, gli angustiati, senza far mancare però la sua parola illuminatrice e vivificante a persone nobili, autorevoli o colte che a lui si rivolgevano frequentemente. Le sue prediche, semplici ma infocate, sconvolgevano e convertivano i cuori più induriti; le sue predizioni del futuro, precise e numerose, orientavano gli interroganti verso mete più sante. Nel suo confessionale, spesso assediato da penitenti eccezionali, venuti a lui anche da lontano, fu trovato più volte svenuto, al termine di giornate laboriose ed estenuanti, per rimettere sul retto cammino le coscienze più traviate.
Intorno a lui e ovunque egli fu, in un potente soffio rinnovatore di vita soprannaturale, si ridestò la pietà, si purificarono i costurni, si pacificarono le farniglie, fiorirono i prodigi. Per l'opera di avvicinarnento dei più lontani dalla vita cristiana, organizzò gruppi di anirne ardenti e generose, da lui plasmate ad una speciale tattica di zelo apostolico, che finiva sernpre o per condurre spontanearnente i renitenti a lui, o per preparare a lui un desiderato incontro presso di loro.
Per la particolare opera di soccorso rnateriale a sofferenti, carcerati, sventurati o indigenti di qualsiasi genere, suscitò altri gruppi di rnunifici offerenti e di fedeli raccoglitori, incaricati di distribuire viveri, vesti e danaro nel delicato segreto della carità e secondo le più urgenti necessità dei vari bisognosi. Anche per questo può essere considerato corne uno dei precursori di un'Azione Cattolica a base rnissionaria di tipo rnoderno e delle Conferenze di S. Vincenzo, sorte poi in ternpi a noi più vicini.
Nella vita religiosa la sua caratteristica fu quella di un'obbedienza assoluta ed eroica, per cui è conosciuto come il martire o il santo dell'obbedienza. Preferiva piuttosto morire che esaminare, discutere o giudicare il comando del Superiore nel quale vedeva Dio. La voce dell'obbedienza in lui operò meraviglie... Spesso veniva rapito in estasi, sollevandosi da terra. Si distinse inoltre: per altissima povertà francescana, per cui aborriva anche dal toccare soltanto il danaro, emulando così molto da vicino lo stesso Serafico Padre S. Francesco e i suoi primi Compagni; per austerità di rigidissime penitenze, quasi incomprensibili alla nostra mentalità moderna, tanto più per i molti malanni di cui era sofferente (tra le reliquie viene conservato anche un suo cilicio); per una purezza verginale che profumò tutta la sua vita e la cui fragranza fu spesso percepita sensibilmente da chi si avvicinava a lui.
Di temperamento forte e profondamente sensibile, riuscì ad accettare con serena pacificazione interiore le varie prove a cui fu sottoposto (è il comune destino dei Santi!...), divenendo, con la Grazia del Signore, un modello di mansuetudine e di calma imperturbabile. Fu devotissimo del Suo confratello S. Antonio a cui chiedeva confidenzialmente grazie e favori per il popolo implorante; della Vergine Immacolata che venerava tenera-mente come sua vera mamma; di Gesù nell'Eucarestia. Rimaneva innanzi al Tabernacolo, estatico e felice, per tutto il tempo che superava alla sua giornata religiosa e apostolica e per molte ore delle sue notti insonni.
Passò gli ultirni due anni della sua vita terrena a Ravello, dove rnorì santarnente il 26 ottobre 1711, ripetendo tre volte con dolcezza soave: Ave Maria! Tre giorni dopo la rnorte, rnentre veniva trasportato dal centro della Chiesa verso un angolo di essa per esservi sepolto, in prossirnità del Tabernacolo e a vista di tutti, il suo corpo aprì gli occhi e chinò il capo, in segno di adorazione a Gesù nella Eucarestia. Nella Ricognizione del 9 aprile 1740, a 29 anni dalla rnorte, il suo corpo fu trovato intatto, flessibile, odoroso e di colore verrniglio. Essendo la nuova cassa di legno, in cui doveva essere turnulato, risultata troppo stretta a contenere la larghezza del torace, al cornando dell'obbedienza, il corpo, con visibile rnovirnento delle spalle e della braccia, si adattò da sé nel/' angusta bara preparatagli. Fu dichiarato Beato da Papa Pio VI con Decreto del 29 giugno 1775. Il suo corpo riposa nella Chiesa di S. Francesco in Ravello. Vicini e lontani che l'hanno invocato e tuttora lo invocano, hanno esperirnentato ed esperirnentano l'efficacia della sua potente intercessione.
Santissima Trinità/ Noi Ti lodiamo/
Ti ringraziamo e Ti benediciamo per tanti doni
e grazie concesse al Beato Bonaventura/ e
Ti preghiamo di manifestare in lui la
potenza del Tuo amore e la grandezza della
Tua misericordia/ concedendoci la grazia
della sua Canonizzazione che tanto
ardentemente Ti domandiamo.
Amen
O BEATO BONAVENTURA, che nell'esercizio eroico di ogni virtù specialmente dell'obbedienza, sapesti elevarti seraficamente fino a Dio e chinarti apostolicamente su ogni fratello indigente che incontrasti sul tuo terreno cammino, ascolta dal Cielo quanti anche oggi t'invocano con fede viva ed operante.
Con quanta generosa premura corresti dietro ai traviati e ai peccatori, guidasti verso l'alto i fedeli e gli innocenti, soccorresti i poveri e i bisognosi, guaristi i sofferenti e gli infermi, incoraggiasti e consolasti quanti a te si avvicinarono per le loro molteplici necessità spirituali e materiali.
Con quale abbondanza di grazie e di favori celesti lddio ascoltò la tua preghiera, umile e pia, ma ardente e penetrante, per il tuo immenso amore a Gesù nell'Eucarestia e per la tua tenerezza filiale verso la Vergine Immacolata.
Ora ecco che anch'io mi rivolgo a te e ti prego di ottenermi dal Signore la grazia di cui in questo momento ho tanto urgente ed assoluto bisogno... (Si chieda espressamente la grazia che si desidera).
Avvalora e vivifica con il tuo paterno amore e patrocinio la mia fervente supplica; a te mi affido completamente, mentre per la tua valida intercessione attendo, con ogni umiltà e fiducia, che Dio l'accolga ed esaudisca.
O Beato Bonaventura, ripeti oggi per me il tuo sollecito intervento, affinché scosso, ammaestrato e consolato dai tuoi prodigi, io sappia vivere con maggiore impegno e fedeltà i miei doveri cristiani e con quanti ti conoscono possa ringraziare, benedire e glorificare il Signore, sempre misericordioso e mirabile, specialmente nelle opere benefiche dei suoi Santi.
O qui terrena gaudia Detrectans, ac coelestia
Anhelans/ simplex innocens Francisci ad claustra convolas.
Hic tanti ducis spiritum Ut aemuleris impiger
Virtutum scandis culmina Forti ac virili pectore.
Hinc mundo/ carni ac daemoni Ohstas athleta impavidus
Pauper, pudicus, humilis Et martyr ohedientiae.
Hic tanti ducis etc. Gloria Patri...
Hic tanti ducis etc.
O tu che sprezzi i labilii Beni del mondo infido
E quale auge/lo al nido Al chiostro vofsi il piè.
Brami calcar le nobili Orme del Poverello,
E di virtù un modello Noi rimiriamo in te.
Povero in tutto ed umile Martire d'obbedienza,
Sei fiore d'innocenza, Di carità e di fè.
Brami ecc. Gloria ecc.
Brami ecc.
Deus qui in beato Bonaventura Confessore tuo
eximium obedientiae exemplum constituere
dignatus es, praesta quaesumus, ut eius
imitatione voluntatem nostram abnegantes,
mandatis tuis perpetuo inhaerere valeamus.
Per Christum Dominum nostrum.Amen
O Dio, che nel B. Bonaventura Confessore tu,o ti
sei degnato di costituire un insigne esempio di
obbedienz,a concedi te ne preghiamo, che a sua
imitazion,e rinnegando la nostra ribelle volontà
possiamo osservare sempre i tuoi comandamenti.
Per Cristo Nostro Signore. Amen
Dinanzi alla mirifica Arca dei tuoi port ent,i Mira, o Beato, un popolo Di cuori in te fidenti: Nel duol, nella sciagura, Per te, BONAVENTURA, Grazie ci dona il Ciel.
Lorquando scese un sonito All'alma tua presaga, Che ti nunziava apostolo A questa terra vaga, Qual giubilo d'amore Rapiva al tuo Signore Lieve il corporeo vel!...
Venisti e si bearono Dei detti tuoi soavi, Dei salutari moniti Le menti e i cor degli avi: Umano Serafino, Il foco tuo divino Tu suscitasti in lor.
Poiché mirasti vivido Il seme germinat o, Volasti al Ciel, soll ecit o, Lassù nostro avvocat o: Di là tu guardi i figli, Li scampi tra i perigli Del procelloso mar. Seguaci fedelissimi Ne rendi ai passi tuoi.
La luce del tuo spirito Effondi sopra noi: Con te nell 'agonia, Nel nome di Maria C'impet ri di sperar. Gloria al Signor, mirabile Nell'apre d'ogni sant o, Che fulse in Te munifico D'eiet t i doni tanto: S'innalzi a Lui che gode Dei figli all'umil lode Il voto della fé.